I coraggiosi ibernisti veneziani ce l’hanno fatta: sconfitto il freddo! (Ph. Luca Ferrari)

Il freddo è pungente, ma il sole splende alto nel cielo. I notturni fuochi pirotecnici sparati sopra la laguna per celebrare il nuovo anno sono già nello specchietto retrovisore. Oggi tocca al Lido di Venezia, sulla cui spiaggia libera del Blue Moon è di scena la 37^ edizione del “bagno degli ibernisti”.   Una tradizione che ormai va ben oltre la presenza dei locali. Quando manca ancora più di un’ora ai “tuffi fuori stagione” infatti, il vociare sulla battigia attinge tanto al dialetto veneziano quanto a parlate anglosassoni, giapponesi e altre ancora.   

A far passare il tempo dell’attesa, oltre a caldi bicchieri di vin brulé, ci pensa l’animazione per i più piccini con un simpatico clown, armato di violacea giacca WillyWonkiana, cilindro e scarpe rosse, che realizza senza sosta gigantesche bolle di sapone. Foto e selfie si sprecano. C’è chi se ne va su e giù per le dune per un festoso anticipo della prossima stagione estiva.  A dare ulteriore colore e atmosfera, palloncini rossi e bianchi fanno concorrenza all’azzurro del cielo. Minuto dopo minuto l’ampio manto sabbioso si riempie sempre di più. Adulti, giovani, bambini e anche qualche simpatico cagnolino. 

Tutti pronti (quadrupedi a parte) col proprio smartphone e/o macchina digitale per immortalare il tuffo ben-augurante del 2015.  Con la marea per niente incline a strafare, il bagnasciuga è abbastanza vasto e ciò consente ai moltissimi presenti di piazzarsi proprio a ridosso dell’acqua.    Pochi attimi dopo mezzogiorno parte un piccolo urletto. Stanno arrivando. Loro, gli ibernisti. Quasi tutti già pronti. Costume d’ordinanza rosso per i “maschietti” e cuffia con la scritta “Ibernisti Lido”. Simili ai divi di Hollywood si fanno largo tra la folla che li applaude e incoraggia. Arrivano tutti con un palloncino in mano che poi regalano prima di affrontare le acque adriatiche. 

Non ci sono solo uomini a calarsi nel regno (invernale) di Poseidone, anche donne e persino un bambino.  Prima di entrarvi, qualche degna foto di rito che fa molto 300 Spartani e poi via, a scaldarsi tra bracciate e qualche tuffo, ritornando poi a riva con ampie falcate, festanti e per nulla infreddoliti. Tutta gente esperta. L’improvvisazione non fa parte del cuore degli ibernisti del Lido.  Tra i protagonisti c’è perfino qualcuno che vuole riprendere il tutto e così entra in acqua in costume e tablet. Non si fa tempo a sentire i primi ciaf-splash che gli oooh del pubblico si moltiplicano nel vedere il mare gelido avvolgere i corpi di nuotatori e nuotatrici. La temperatura di notte è andata vicino allo zero, i conti dunque si fanno presto. Ora però non ha più importanza, sono tutti in acqua. A un certo punto, tra l’infinito del mare e la sabbia terrena ci sono solo loro, gli ibernisti.   

Al rientro sulla sabbia sono in molti a uscire con le braccia alzate in segno di vittoria. Sì, ce l’hanno fatta. Hanno sfidato il freddo e sono tornati più forti che mai. Dopo un repentino cambio d’abiti, ad attenderli adesso (e così pure il pubblico presente) c’è quanto di più tradizionale ci possa essere per un degno inizio anno: una bella porzione fumante di cotechino e lenticchie, offerta come sempre dalle associazioni locali.   Tutti si scambiano gli auguri. Tra un sorso, un brindisi e un boccone, gli ibernisti si prendono i meritati complimenti. Prima di andare via mi concedo un piccolo e ultimo sguardo.  Una panoramica dall’alto di tutta la marea umana, felice e senza confini. Si, è così che dovrebbe essere il mondo. 


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