(Ph Arno Mitterbacher da Pixabay)
Il top dell’eno-gastronomia italiana si è riunito per un giorno insieme nella grande mela. È successo al Pierre Hotel, a due passi dal Central Park, di New York.
Organizzato per la prima volta nel 1984, il Gala Italia si conferma punto di riferimento per l’incontro tra le varie professioni che si occupano di far finire vini e prodotti italiani nelle tavole dei ristoranti americani. Produttori, importatori, distributori, procacciatori di affari, promoter e semplici amanti del gusto si sono riuniti per una Special Edition organizzata dall’Italian Wine & Food Institute con il patrocinio dell’Ambasciatore italiano di Washington.
L’appuntamento è stato anche occasione di dialogo fra i vari professionisti del settore sulle continue fluttuazioni dei mercati, alla ricerca della strada giusta per superare e imporsi sulla crisi internazionale.
Voci di corridoio dicono che sarebbe sbagliato lasciarsi tentare dalle sirene asiatiche e trascurare il mercato americano.
“È un errore scegliere fra Asia e Stati Uniti, quello che conta è essere ovunque”.  Ci dice il giovane Tancredi Biondi Santi. Come lui, i vari partecipanti presenti, si dicono convinti che ancora gli Stati Uniti d’America rimangono lo spazio geografico più prestigioso a livello di affari e personale.
Dalle cantine più affermate a quelle in fase di affermazione ecco la lista delle poco più di trenta cantine che hanno partecipato al Gala Italia: A.A. Conca d’Oro, Abraxas, Antinori, Arcanum, Barone Fini, Blasi, Casa di Grazia, Castello della Sala, Castello di Gabbiano, Cavit, Colutta, Feudi di San Gregorio, Feudo Principi di Butera, Ferrari, Folonari, Franco Biondi Santi-Il Greppo, Jacopo Biondi Santi, Monte di Grazia, Pasqua, Planeta, Principi di Sicilia, Rocca dei Montemassi, Rocca delle Macie, Santa Cecilia, Sella e Mosca, Tenuta Carretta, Tenuta Castelbuono, Tenuta Torcicoda, Villa a Sesta, Villa Pozzi and Zonin.
A queste si sono aggiunti altri solidissimi brand italiani come Rocchetta, Lavazza, Monini, Verrini Munari e Pondini. Ospiti graditi sono stati anche i ristoranti Macelleria, Serafina, Le Cirque e SD26.
Insomma non crisi, ma le parole d’ordine sembrano essere qualità, gusto e stile. Qualità che il nostro made in Italy conferma ancora conoscere bene e promuovere nel mondo.

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