Anche quest’anno l’estate e il suo rovente sole sono arrivati: siamo in agosto. In Italia, da anni, tentiamo di seguire modelli maggiormente organizzati rispetto al nostro e di spalmare le ferie durante tutto l’arco dell’anno: sforzo inutile. Un po’ per necessità, un po’ per volontà, la maggior parte degli italiani va in ferie ad agosto.
 
Sulle mete da raggiungere non è cambiato molto il nostro gusto da oltre cinquant’anni a  questa parte: il mare resta il luogo più gettonato.  Come succedeva negli anni Sessanta, le signore continuano a crogiolarsi al sole come lucertole, i ragazzi sono alla ricerca di fugaci avventure estive e divertimento, gli uomini si radunano al bar dei bagni per fare pronostici sulla prossima stagione calcistica. Insomma, tutto regolare da cinquant’anni a questa parte. 
 
Negli anni Sessanta Piero Focaccia cantava: “Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare”: il ritornello torna attuale ogni agosto italiano.
Le città si svuotano diventando surreali scenari da far west metropolitani. Il rito si ripete inesorabile in tutte le sue tappe. Una delle più cruciali è sempre la solita: caricare i bagagli in auto. 
 

 
Provate a fare un ragionamento razionale: cosa vi serve realmente per quindici giorni, dove in  prevalenza vi vestirete con costume ed infradito? A logica verrebbe da supporre che il vostro bagaglio sarà ridotto…ebbene no, non funziona così! Pile, immense, pile di bagagli sono di fronte alle auto per essere caricate. Il canotto? Ovvio! Non ci si può rinunciare! Dove sono i braccioli dei bambini? Un piccolo spazio per le pinne bisogna pur trovarlo: in fondo si potrebbe fare un po’ di immersione nel tempo libero ed è inutile tenerle in cantina!
 
A seguito di strani fenomeni, gli oggetti, alcuni dei quali erano addirittura sconosciuti alla nostra conoscenza, appaiono e si moltiplicano. Sembra quasi che senza di essi la vacanza non possa avere un senso. Di fronte a questo quantitativo di bagagli bisogna avvicinare l’auto il più possibile alla porta di casa. Lo scenario si ripete puntualmente ogni estate: le auto tutte in fila sono pronte per essere caricate e, di solito, l’ingrato compito tocca agli uomini di famiglia. 
 
Provate a guardare l’espressione di uno di essi intento a caricare la propria vettura: è la stessa che potrete notare sul volto dei finalisti di una partita di scacchi. Ebbene sì, ci vuole metodo, concentrazione ed esperienza per completare l’ardua manovra. Il gioco è delicato e gli incastri vanno studiati con meticolosa attenzione. Il solo modificare posizione ad uno degli oggetti in questa complicata composizione, potrebbe sconvolgere l’equilibrio del microcosmo ”auto” in fase di partenza, con inimmaginabili conseguenze per tutta la vacanza. Chi oserebbe mai  provocare una così grave catastrofe?
 
Avete smarrito il cappellino e vorreste cercarlo a macchina caricata? Non ponetevi la questione: il cappellino c’è ed è in qualche meandro dell’auto, lo ritroverete a tempo debito. Così è scritto e così sarà. In ogni caso non cercatelo ora: ricordate sempre l’equilibrio delicato del microcosmo auto. Una volta terminato questo rito, la cui durata varia dalla mezz’ora a qualche ora, si è pronti per partire.
L’italiano guarda il telegiornale per capire che giorno sarà: ogni giorno di partenza nel momento più caldo dell’esodo estivo è catalogato con un bollino. 
 
Bollino rosso? Troverete fila quindi armatevi di acqua, qualche cibaria e prima o poi arriverete. Bollino nero? Attenzione siamo alla soglie di una prova di sopravvivenza: milioni di persone affolleranno l’autostrada, pronti ad ogni costo a raggiungere la meta, carichi di cibo, acqua e pazienza perché solo i più fortunati arriveranno senza stress alla meta finale. 
 
Per gli altri? Sarebbe necessaria una terapia post viaggio direttamente sulla spiaggia. Eppure come ogni anno il tutto si ripete perché per quanto sia duro, faticoso e anche un po’ snervante, agosto è sempre agosto e in ogni caso, per i sopravvissuti dell’esodo, appuntamento alla stessa spiaggia e stesso mare per una nuova fantastica estate.

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