L’immagine guida della mostra “Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-2018”, scelta per la copertina del Catalogo (Silvana editoriale) si intitola “Biografia rivisitata” opera autobiografica del 1989, un acrilico su tela 220 x 170.
Scrive l’artista “Mia madre è vestita da sposa e mio padre, la cui immagine si orizzontalizza prospetticamente, si prepara ad uscire come in un precoce presentimento della sua prossima morte. Io sono quel piccolo aeroplanino di carta, sospeso”.
Superando il piano dei conflitti e delle inibizioni l’artista riesce qui a ricreare l’assenza, la scena dello sposalizio dei genitori, rimanda al ricordo del passato, al padre precocemente scomparso, alla madre amata. Questo dipinto assume, nell’economia della mostra e di tutta la sua opera, una funzione fortemente simbolica, che apre a un orizzonte più vasto, ad una totalità di senso che permane nel tempo.
Non abbiamo più qui a che fare, o almeno non solo, con i conflitti pulsionali irrisolti, ma con la capacità di rappresentare ciò che non c’è più, che si mostra nell’assenza, nella profonda, evocativa nostalgia dove l’angoscia, la sofferenza, che certamente hanno invaso, sommerso l’artista bambino alla morte del padre, porta anche in sé la possibilità di una soluzione. L’arte dunque come forma di creazione, di risoluzione di conflitti su un nuovo piano, introduce a una dimensione pacificante, presente e tuttavia mai completamente posseduta, ma che può essere soltanto immaginata.
In questo incontro del ricordo con il lavoro dell’artista siamo invitati a scendere nel luogo dove l’opera d’arte riesce a fondere la presenza e l’assenza in una catturante dialettica, che costituisce uno degli aspetti più profondi ed affascinanti della pittura di Ennio Calabria. Così che visitare questa mostra è un po’ come fare un’inquietante passeggiata in una foresta di simboli, fra sogni, fantasmi, fattori perturbanti. E’ guardare il mondo dalla prospettiva sghemba di una finestra aperta su una delle menti più geniali e complesse del ‘900, con aperture su un futuro che si intravede frastornato, smarrito, senza orientamento. L’osservatore è chiamato a qualcosa di inatteso, spiazzante, enigmatico, invitandolo a una sempre rinnovata curiosità, a farsi ulteriori domande. La pista di questa indagine sul mondo e sui comportamenti umani tende però a riportarci tutti con i piedi per terra, alla nostra finitezza, al senso del limite che, osservati con uno sguardo diverso, si rivelano largamente inesplorati, densi di ulteriori possibilità.
Nell’ottica di una prospettiva diagonale, trasversale, aperta, di una personalità disposta al travaglio e all’avventura del senso, al di là delle sigle di comodo e delle rendite di una poetica acquisita e immutabile. Un’ottica obliqua, che paradossalmente permette di prendere parte alle cose, sporcarsi con i dettami della realtà, difendere ciò che più preme con passione, ma stando alla larga da polemiche e meschine querelles di parte. Una forte tensione attraversa l’opera di Calabria là dove si può individuare un orecchio teso agli ultrasuoni di una realtà immersa nella materia residuale del vivente, come fecero i geni folgoranti, attenti a tracce e trame che resistono e si insinuano, piste in cui perdersi all’infinito.
In questa mai finita ricerca l’artista mette in scena la tecnica e la potenza del gesto, la prospettiva, il disegno, la forza del colore e una riflessione ininterrotta sul senso e il fine della pittura, “La pittura capisce prima di me” commenta il pittore con una delle sue fulminanti frasi scritte sulle pareti, che permettono al visitatore di seguire, esplorare al meglio il flusso di pensieri dell’artista. Curata da Gabriele Simongini, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro- Internazionale, la mostra “Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-1918” scandisce 60 anni di lavoro dell’artista nato a Tripoli nel 1937, a partire dalla prima mostra alla Galleria La Feluca.
Il percorso inizia con un quadro a olio particolarmente significativo “Imponderabile nel circo” esposto alla prima personale nel ‘58 e prosegue nel tempo con i suoi più noti capolavori, l’enigmatica “La città che scende” 1963, “I funerali di Togliatti” 1965, “La città dentro” 1985; risplendono i rossi di “Una vittoria del Vietnam in Occidente” ’73, i vortici di fiamma di “Evento nell’acqua” 1989, il “Rosso lacerazioni” ‘89, e poi “Il pensiero nel corpo” 2010, “Garrula morte” 2012, “L’uomo e la Croce” 2016, e le ultime, del 2018, “L’ombrello è rotto. Paura dell’acqua”, “Gravido mistero”… Biografiche, a sfondo sociale, impegnate, poetiche : ogni opera è un’articolata, significativa sequenza in cui attualità, passato e futuro si intrecciano e si fondono sottolineando la sospensione del tempo in una sorta di eterno presente.
In mostra una serie di Ritratti famosi e sono “Ingrao” ’66, “Stalin” 1964, “Mao Pianeta” 1968, Gandi, Che Guevara, Borges 2009 “Marcel Proust : la manovra dell’acqua” 2012, “Italo Calvino : voglia di eterno” 2013, indimenticabili quelli dedicati ai Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Completano l’esposizione gli splendidi, incisivi autoritratti, i delicati pastelli della collezione Caroselli, i manifesti.
Allestita in maniera magistrale, con opere di rigore impeccabile, la mostra è anche un percorso nel pensiero dell’artista scandita com’è da commenti, domande sull’arte, sul ruolo stesso della pittura vista come strumento di conoscenza per comprendere il senso della vita e del mondo. “Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere” Opere 1958-2018. Museo di Palazzo Cipolla Via del Corso 320 Roma