L’avevano preannunciato  e hanno mantenuto la promessa. Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno scelto la capitale dell’Europa mediterranea per presentare l’edizione invernale 2016 delle collezioni di Alte Artigianalità: alta Gioielleria, alta Moda, alta Sartoria.
 
Sedotti dall’indomito fascino della Loren, testimonial di una delle loro ultime creazioni in fatto di brand, i due stilisti dicono di non aver avuto dubbi: dopo aver visto i fotogrammi del film di De Sica, “L’oro di Napoli”, con una sfavillante Sofia, hanno deciso che proprio quei vicoli di Spaccanapoli avrebbero ospitato la sfilata dell’anno. E così è stato. 
 
La kermesse è durata tre giorni ad ha avuto il suo clou nella sfilata di San Gregorio Armeno, la strada dei presepi: una salita che si inerpica per il cuore della bella Partenope, fiera di basoli e bancarelle.
 
Uno sfondo d’élite per una città che ha saputo raccogliere la sfida di un evento fuori dal comune, capace di stupire più di quanto non lo siano, di solito, le follie dell’alta moda. Ne è venuto fuori un mix straordinario: non sono mancate le polemiche per i disagi che la normale routine cittadina ha dovuto subire perché tutto fosse impeccabile, ma il risultato è stato d’eccezione. Una Napoli disabituata a essere protagonista di eventi internazionali, un po’ goffa e intimidita, ha saputo realizzare solo in un secondo momento l’opportunità di cui ha goduto. Nessuna perplessità, invece, hanno mostrato gli abitanti dei vicoli partenopei, che senza alcun imbarazzo hanno accolto modelli da capogiro in abbracci caldi e generosi.
 
 Le foto che già spopolano sui social vedono come testimonial della griffe non solo scultorei mannequins ma anche persone semplici, abbigliate con naturalezza: nonne e mamme che giocano con indossatrici perfette,  dall’espressione rapita e stupita per le magie che hanno saputo restituire i vicoli napoletani nelle mani dell’alta moda, come se in un attimo fossero tornate bambine.
 
Tra i post ci sono Domenico Dolce che addenta una pizza fritta, gli scatti rubati nelle fasi di preparazione del mega party a Villa Pignatelli, il trono della sempre meravigliosa Loren che come una regina ha presenziato allo sfilare dei capi che hanno reso leggenda la sua storia: camicette aderenti e scollatissime, longuettes sofisticate e aderenti sui fianchi. L’oro ricamato su una mitra ispirata al tesoro di San Gennaro, il nome “Sophia” che campeggia accanto al numero 10, il numero dell’eccellenza, il numero di Diego Armando Maradona. E ancora, le maioliche del Chiostro di Santa Chiara trasposte nei tessuti di abiti regali e preziosi, l’eccesso del rosso. 
 
Una sfilata che è stata il trionfo della gioia. La memoria ritrovata dello splendore di un’antica capitale. Un momento di alta moda che ha offerto un dono prezioso alla metropoli mediterranea: una ritrovata bellezza, antica e contemporanea al tempo stesso. 
Forse è solo l’inizio di una nuova e inedita speranza per Napoli, come già racconta un murales spuntato, di notte, nel cuore delle mura greche. 

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