DNA could finally reveal the origins of Christopher Columbus (Photo: Tiziano Casalta/Dreamstime)

To us Italians and Italian-Americans – and to most historians – there isn’t really any doubt about it: Christopher Columbus was from Genoa. However, not everyone is as certain as we are, so much so the University of Granada, in Spain, decided to put the matter finally to rest using DNA.

With the collaboration of other international laboratories, including one in Florence, one in Texas and one in Mexico, Columbus’ bones will be tested in the hope to obtain, through genetic mapping, a clear picture of his origins. Yes, because while it is very much historically accepted he was born in Genoa, Italy, there are several theories that would place his birth in other parts of Europe, including Corsica, Spain and Portugal.  

Spanish daily El Pais disclosed details about the scientific investigation, whose results should be published in October this year, just in time – we guess – for Columbus Day celebrations. The idea is to extract DNA from his bones and compare it with that of known relatives and direct descendants of his.  

Christopher Columbus died in Valladolid, Spain, on the 20th of May 1506. Since then, doubts about his origins have always thrived. In 2003, pathologist and professor of forensic medicine José Antonio Lorente, along with anthropologist Juan Carlos Alvarez Merino and historian Marcial Castro, exhumed the remains of the explorer and of his son Hernando from their tombs in the Seville cathedral. The bones were then compared with those of Columbus’brother, Diego Colón, in a study that confirmed the three were indeed related.

However, things are not that clear cut. The Dominican Republic has long argued that Christopher Columbus is not buried in Spain, but in Santo Domingo’s cathedral, where in 1877 an urn with his name was discovered. The dispute has ancient origins: it was known that Columbus wanted to be buried on the Caribbean island of Hispaniola, a territory today shared between the Dominican Republic and Haiti, and that’s why in 1523, seventeen years after his death, his body was moved from Spain to the South American location, along with that of his son Hernando. When, in 1793, the island became French, the remains were  moved to Havana, until 1898, when Cuba obtained its independence. Then, they were transferred across the ocean back to Spain and laid to rest in Seville cathedral, in an imposing tomb created by Arturo Mélida.

Christopher Columbus: historically, he is Italian, but many believe he had different ancestry (Photo: Heritage Pictures/Dreamstime)

The current research project at the University of Granada has been trying, with the help of the Spanish government, to obtain permission from the Dominican Republic to analyze the bones kept in Santo Domingo and ascertain their origin through DNA analysis.

In the meanwhile, the “Seville remains”—part of which have been kept in a safe at the University of Granada — are going to be studied once more to understand the heritage of the admiral. The analysis will take place in Spain, in the US and in a number of European laboratories, including some in Italy to avoid suspicion in case results showed Columbus wasn’t, in fact, Italian at all.

The whole research process, along with its results,  will be televised in October with a documentary by produced by RTVE and Story Producciones.

While the figure of Columbus remains mysterious to the eyes of the public, historians have never hidden they are fairly sure he was born in Genoa in 1451, the son of Giovanni Colón, or Colombo, and Giovanna Fontanarrosa, both weavers. Their view is based, as you’d expect from every good historian, on valuable and reliable sources, including the will of Columbus’ own son Hernando. But there are doubts: there is no sign of any document attesting he could write in Italian, as he always communicated in written form using either Spanish dialects or Portuguese. Some theories purport he was a former Spanish Jew who converted to Catholicism for inheritance reasons, while others want him born in a number of different countries, from Spain to Portugal, all the way to Croatia and even Poland.

The team from the University of Granada says this is “The most ambitious scientific investigation into the origins of Christopher Columbus. It will bring together the various theories developed throughout the decades, comparing and contrasting them with one another.”

A mystery that has been lasting for over half a millennium and that could soon find a solution. While it seems unlikely there’ll be big surprises, the thought Christopher could turn out not being Italian is, let’s be honest, quite unsettling: it wouldn’t only change the way we look at history, but the very symbolism we’ve been portraying the connection between Italy and the US with. Columbus may have become controversial in recent years, yet his figure is still deeply rooted into the heart and mind of Italian-Americans. Let’s hope DNA won’t change any of that.

Per noi italiani e italoamericani – e per la maggior parte degli storici – non c’è davvero alcun dubbio: Cristoforo Colombo era di Genova. Tuttavia, non tutti sono così sicuri come noi, tanto che l’Università di Granada, in Spagna, ha deciso di mettere finalmente la parola fine alla questione utilizzando il DNA.
Con la collaborazione di altri laboratori internazionali, tra cui uno a Firenze, uno in Texas e uno in Messico, le ossa di Colombo saranno analizzate nella speranza di ottenere, attraverso la mappatura genetica, un quadro chiaro delle sue origini. Sì, perché se è storicamente molto accettato che sia nato a Genova, in Italia, ci sono diverse teorie che collocherebbero la sua nascita in altre parti d’Europa, tra cui Corsica, Spagna e Portogallo.
Il quotidiano spagnolo El Pais ha rivelato i dettagli dell’indagine scientifica, i cui risultati dovrebbero essere pubblicati a ottobre di quest’anno, giusto in tempo – crediamo – per le celebrazioni del Columbus Day. L’idea è quella di estrarre il DNA dalle sue ossa e confrontarlo con quello dei parenti conosciuti e dei suoi discendenti diretti.
Cristoforo Colombo morì a Valladolid, Spagna, il 20 maggio 1506. Da allora, i dubbi sulle sue origini hanno sempre prosperato. Nel 2003, il patologo e professore di medicina legale José Antonio Lorente, insieme all’antropologo Juan Carlos Alvarez Merino e allo storico Marcial Castro, ha riesumato i resti dell’esploratore e di suo figlio Hernando dalle loro tombe nella cattedrale di Siviglia. Le ossa sono state poi confrontate con quelle del fratello di Colombo, Diego Colón, in uno studio che confermò che i tre erano effettivamente imparentati.
Tuttavia, le cose non sono così chiare. La Repubblica Domenicana sostiene da tempo che Cristoforo Colombo non è sepolto in Spagna, ma nella cattedrale di Santo Domingo, dove nel 1877 fu scoperta un’urna con il suo nome. La disputa ha origini antiche: si sapeva che Colombo voleva essere sepolto nell’isola caraibica di Hispaniola, un territorio oggi condiviso tra la Repubblica Dominicana e Haiti, ed è per questo che nel 1523, diciassette anni dopo la sua morte, il suo corpo fu trasferito dalla Spagna alla località sudamericana, insieme a quello di suo figlio Hernando. Quando, nel 1793, l’isola divenne francese, i resti furono trasferiti all’Avana, fino al 1898, quando Cuba ottenne l’indipendenza. Poi, furono trasferiti attraverso l’oceano di nuovo in Spagna e deposti nella cattedrale di Siviglia, in una tomba imponente creata da Arturo Mélida.
L’attuale progetto di ricerca dell’Università di Granada sta cercando, con l’aiuto del governo spagnolo, di ottenere dalla Repubblica Dominicana il permesso di analizzare le ossa conservate a Santo Domingo e accertare la loro origine attraverso l’analisi del DNA.
Nel frattempo, i “resti di Siviglia” – parte dei quali sono conservati in una cassaforte dell’Università di Granada – saranno studiati ancora una volta per capire il patrimonio genetico dell’ammiraglio. Le analisi si svolgeranno in Spagna, negli Stati Uniti e in diversi laboratori europei, compresi alcuni in Italia per evitare sospetti nel caso in cui i risultati dimostrassero che Colombo non era affatto italiano.
L’intero processo di ricerca, insieme ai risultati, sarà notificato in ottobre con un documentario prodotto da RTVE e Story Producciones.
Se la figura di Colombo resta misteriosa agli occhi del pubblico, gli storici non hanno mai nascosto di essere abbastanza sicuri che sia nato a Genova nel 1451, figlio di Giovanni Colón, o Colombo, e Giovanna Fontanarrosa, entrambi tessitori. La loro opinione si basa, come ci si aspetta da ogni buon storico, su fonti preziose e affidabili, compreso il testamento del figlio di Colombo, Hernando. Ma ci sono dubbi: non c’è traccia di alcun documento che attesti che lui sapesse scrivere in italiano, dato che ha sempre comunicato in forma scritta usando o i dialetti spagnoli o il portoghese. Alcune teorie sostengono che fosse un ex ebreo spagnolo convertitosi al Cattolicesimo per motivi di eredità, mentre altre lo vogliono nato in diversi Paesi, dalla Spagna al Portogallo, fino alla Croazia e persino alla Polonia.
Il team dell’Università di Granada dice che questa è “La più ambiziosa indagine scientifica sulle origini di Cristoforo Colombo”. Riunirà le varie teorie sviluppate nel corso dei decenni, confrontandole e comparandole tra loro.
Un mistero che dura da oltre mezzo millennio e che presto potrebbe trovare una soluzione. Anche se sembra improbabile che ci saranno grosse sorprese, il pensiero che Cristoforo Colombo possa risultare non italiano è – siamo onesti – abbastanza inquietante: non solo cambierebbe il modo in cui guardiamo alla storia, ma il simbolismo stesso con cui abbiamo costruito il legame tra Italia e Stati Uniti. Colombo può essere diventato controverso negli ultimi anni, ma la sua figura è ancora profondamente radicata nel cuore e nella mente degli italoamericani. Speriamo che il DNA non cambi nulla di tutto ciò.


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