Roma ha ospitato la seconda edizione di Canapa Mundi, Fiera Internazionale della Canapa. Dopo il grande successo dello scorso anno, con la partecipazione di oltre 10 mila visitatori, quest’anno la manifestazione ha quadruplicato il suo spazio espositivo, raggiungendo una superficie totale di 8.000 mq, 2.500 dei quali destinati al settore della canapa industriale e artigianale. 
 
Protagonista della fiera è la canapa, pianta spesso oggetto di controversie e dibattiti circa i suoi utilizzi e la sua liberalizzazione (nelle settimane precedenti l’evento, nel Parlamento Italiano si è discussa una legge sulla sua legalizzazione) ma che andrebbe intesa anche come risorsa economica ed ambientale. Un argomento che continua a dividere i governi e l’opinione pubblica di tutto il mondo. Ad esempio, in Europa attualmente l’unico Paese che ha depenalizzato il possesso, la vendita, il trasporto e la coltivazione della cannabis è l’Olanda, mentre in Italia la coltivazione della canapa per la produzione di semi a scopo alimentare è consentita solamente dal 2011. Anche negli Stati Uniti la situazione è estremamente eterogenea, con situazioni che vanno dal divieto totale, fino ad arrivare alla completa liberalizzazione (come il Colorado), passando per altri in cui è stato depenalizzato esclusivamente l’utilizzo per scopi medici (come la California).
 
Canapa Mundi si propone di andare oltre questo aspetto, presentando questa pianta estremamente versatile, come importante risorsa economica e ambientale, dalla quale è possibile ricavare materiali resistenti ed ecologici, alimenti, medicine, tessuti, combustibili, case, cosmetici, carta e tanto altro. 
La Fiera, che ha visto la partecipazione di attori internazionali provenienti da Austria, Spagna, Olanda, Danimarca, Slovenia, Regno Unito e Repubblica Ceca, è stata un’occasione di scambio e confronto tra operatori del settore, istituzioni, personalità del mondo scientifico e dell’associazionismo, che hanno animato dibattiti e presentazioni. A completare il programma, la proiezione di video e documentari, corsi sulla coltivazione e l’utilizzo della canapa, e una sala sala chill out con selezioni musicali e atmosfere rilassanti. 
La manifestazione è stata, inoltre, una vetrina per presentate le più recenti novità riguardanti attrezzature e tecnologie per la coltivazione biologica, convenzionale e idroponica, spazi dedicati alla bioedilizia, ai prodotti cosmetici e per il benessere.
 
SALUTE E CIBO
Consumare abitualmente alimenti a base di canapa consente di mantenersi in ottima salute. I suoi semi sono ricchissimi di Omega 3 e Omega 6, indispensabili per il benessere del sistema cardiocircolatorio, ma anche di proteine, vitamine, carboidrati, sali minerali e fibre, caratteristiche, queste, che la rendono uno degli alimenti più nobili e completi al mondo. Inoltre, è priva di glutine e perfettamente digeribile anche da chi soffre di celiachia. Le proteine formano circa il 30% della massa complessiva e contengono, in quantità significativa, tutti gli aminoacidi essenziali.
 
In Italia, la coltivazione della canapa per la produzione di semi a uso alimentare è consentita solo dal 2011, ma sono già numerose le piccole aziende agricole che hanno iniziato a coltivare terreni a questo scopo. Nel 2015 i terreni dedicati alla coltivazione della pianta hanno raggiunto i 1.500 ettari, per un totale di oltre 400 tonnellate di semi raccolti. Secondo le ultime stime, il consumo europeo di semi di canapa si aggira intorno alle 18.000 tonnellate, delle quali oltre il 60% viene importato da Canada e Cina. Se si tiene conto del fatto che i costi imputabili a un ettaro coltivato sono di circa 1.000 euro, mentre i ricavi possono arrivare fino ai 2.400 euro, appare evidente la convenienza della scelta di coltivare canapa e di come questa possa costituire un’ottima fonte di reddito per le aziende agricole italiane.
 
MATERIA PRIMA
Di grande interesse è anche la coltivazione per la produzione di materie prime a uso industriale e artigianale. Della pianta, infatti, è utilizzabile ogni parte e sono numerosi i settori di applicazione: dal fusto si ricavano fibra e canapulo da utilizzare per tessuti e abbigliamento, o in edilizia con intonaci, mattoni e pannelli, o per creare carta o come combustibile; con la cellulosa di cui è ricca si può ricavare materia plastica di alta qualità e sostenibilità, con cui produrre oggetti e componenti di ogni tipo e dimensione; con i semi, oltre l’uso alimentare, si può produrre un olio pregiato per la cosmesi, o biodiesel, oppure solventi, lubrificanti, smalti, vernici e tanto altro. 
 
MEDICINA 
Molto importante, dal punto di vista economico, è l’aspetto legato all’utilizzo delle infiorescenze per scopi medici e personali. In questi giorni il Parlamento italiano sta dibattendo circa la possibilità di legalizzare la vendita di cannabis anche in Italia, una questione che compare da anni nell’agenda politica. In uno studio del 2012 realizzato dal Governo Monti, dalla vendita della sola cannabis, stimata sugli attuali consumi, l’erario nazionale incasserebbe circa 8 miliardi di euro annui attraverso la tassazione sulle vendite. In generale, la vendita legale delle droghe leggere produrrebbe un aumento percentuale del Pil “ufficiale” annuo compreso tra l’1,2 e il 2,3 per cento, e sottrarrebbe alla criminalità organizzata ingenti guadagni. 
 
Anche l’acclarato potere terapeutico della cannabis è ormai riconosciuto dal governo italiano: entro l’estate il primo raccolto di infiorescenze (50 chili) prodotto presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze da distribuire a farmacie ed ospedali: una goccia nel mare. Quando la produzione sarà adeguata alla richiesta consentirà un notevole risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale e per i pazienti, rispetto alle attuali importazioni dall’Olanda.

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