Fotografa, attrice, presentatrice, modella, reporter: una vita sempre di corsa. Due genitori intriganti e misteriosi: soprattutto bellissimi, Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. L’Oceano varcato centinaia di volte, Roma, New York e la costa West nel cuore. Spesso protagonista delle copertine di riviste e rotocalchi: più per le frequenti love-story, in verità, che per il cognome che portava.

Il tempo, ineluttabile, è trascorso anche per lei, Isabella Rossellini, un viso acqua e sapone anche oggi che ha appena spento sessanta candeline. Uno sguardo che rapiva, al pari di quell’erre un po’ arrotata. E poi quel senso di humour che fa tanto rima con una donna intelligente ed arguta. Isabella figlia di due assolute leggende del cinema mondiale: Roberto Rossellini era il regista ammirato, uno dei padri del neorealismo italiano. La mamma, splendida nella sua bellezza discreta, Ingrid Bergman. Una passione impetuosa, la loro, che colorò gli anni Cinquanta.
 
La Bergman era già sposata, mamma di una bambina. Inutile allora solo disquisire di separazioni e divorzi, dominava il perbenismo. La Bergman, per Rossellini, mollò tutto, trasferendosi a Roma. Qui nacquero i loro tre figli: due gemelle, Isabella ed Isotta (oggi docente alla Columbia University), e Renzo, produttore cinematografico perché forse un retaggio col passato qualcuno della famiglia doveva mantenerlo.
 
Al cinema Isabella cominciò ad interessarsi precocemente: aveva appena diciassette anni quando recitò – impersonando una suora – in una pellicola di Vincent Mannelli, lavorando proprio accanto alla mamma. Due anni più tardi, eccola in versione reporter, inviata a New York dalla Tv di Stato. Fu Renzo Arbore a darle un microfono, scommettendo sulla sua versatilità e sulla sua capacità di bucare il teleschermo. Nel ’79 sposò il regista Martin Scorsese, traslocando definitivamente da Roma a New York. Un legame jellato, durato solo lo spazio di due stagioni. Quel viso senza una ruga, bello anche senza trucco, folgorò gli editori dell’edizione inglese di Vogue che le dedicarono un lunghissimo servizio.
 
Vita irrequieta, eppure ammaliante: nell’85 sposò il modello tedesco Jon Wiedermann, da cui ebbe la figlia Elettra. Ormai era diventata una modella di grido, contesa dai migliori fotografi del mondo. Tre anni prima, tanto per omaggiare il suo stile e la sua bellezza, era stata testimonial esclusiva della casa di bellezza Lancome.
 
Una icona mondiale, una passione sconfinata per l’Italia – dove c’erano le sue origini – e per gli Stati Uniti, che l’hanno resa celebre ed ancora più ricca. Negli anni Duemila tornò spesso in Italia, dedicandosi anche a piccole parti cinematografiche. Tre anni fa – a testimonianza dell’eterno cordone ombelicale con la cinepresa – fu Presidente di giuria del Festival di Berlino. Ha pubblicato tre libri, una vita sempre di corsa. Perché Isabella ama ripetere spesso che “in questa società una donna può essere intelligente ma soprattutto deve essere bella”. Anche a sessant’anni

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