Antiche sonorità dell’Abruzzo pastorale: raduno degli zampognari a Moscufo nel segno della tradizione

Anche quest’anno il 25 novembre, si è rinnovato a Moscufo, sulle colline pescaresi, il raduno degli zampognari abruzzesi. Una data non casuale, considerato che in passato il giorno di Santa Caterina – che cade il 25 novembre – segnava tradizionalmente l’inizio della novena in preparazione del Natale, a trenta giorni dalla festività della nascita di Gesù. La ricorrenza coincideva con la comparsa degli zampognari. 
 
Il poeta Giuseppe Gioacchino Belli, attento osservatore di tradizioni popolari romane, ci regala l’atmosfera di quei giorni in un sonetto scritto il 18 novembre 1831 intitolato “Li venticinque de novembre”, in cui descrive l’attesa dei “piferari”, mentre in nota specifica spiega che erano “abruzzesi, suonatori di pive e cornamuse o cennamelle, che il popolo chiama ciaramelle”. Il 1844 lo stesso poeta ritorna sul tema con il sonetto “La novena di Natale” con cui conferma la sua passione e quella di gran parte dei romani per gli zampognari, confessando che “quann’è er giorno de Santa Caterina, che li risento, io ci arinasco ar monno”. 
 
Per gli zampognari la città eterna divenne nel sette-ottocento una inaspettata grande vetrina internazionale, in quanto Roma era la meta privilegiata del viaggiatori del Grand Tour. In pieno romanticismo, le figure arcaiche, quasi misteriose, di questi rozzi pastori con mantelli provenienti dalle montagne, nel segno di tradizioni secolari, colpìrono la fantasia e l’estro di molti artisti, poeti, scrittori ma anche musicisti e compositori. Tra questi vale la pena di richiamare l’esperienza di Hector Berlioz, che scrisse di essere rimasto affascinato da questi musicisti di strada, seguiti per ore per piazze e strade di Roma e successivamente cercati tra le montagne abruzzesi.
  Illustrazione storica di Basilio Cascella

  Illustrazione storica di Basilio Cascella

 
In una recente mostra “Berlioz: viaggio musicale in Italia”, aperta nello scorso mese di luglio in Francia, nella cittadina natale di Côte Saint-André, emerge che in occasione di quel viaggio in Abruzzo il famoso musicista fosse accompagnato dal compositore tedesco Jakob Ludwig Felix Mendellsohn, autore di pastorali che pure sarebbero state ispirate alle dolci e malinconiche sonorità delle zampogne.  
 
Resta il fatto che Berlioz non dimenticò l’Abruzzo, cui dedicò una composizione dal titolo “Sérénade d’un montagnard des Abruzzes à sa maîtresse”, compresa nella sinfonia “Harold in Italie”, poco nota in Italia ma eseguita da importanti orchestre in tutto il mondo. Non meravigli che sia stato possibile ascoltare il brano soltanto in occasione del concerto tenutosi a L’Aquila il 24 giugno 2010, presso la Basilica di Collemaggio, per iniziativa dell’Ambasciatore di Francia in Italia, Jean Marc de la Sabliére, come omaggio alle zone terremotate e quale segno di comuni radici culturali. 
 
La manifestazione promossa dal Comune di Moscufo si avvale della collaborazione  dell’Associazione Culturale Zampogne d’Abruzzo www. zampognedabruzzo.it, impegnata con passione nel recuperare, valorizzare e diffondere il grande patrimonio culturale legato alle antiche sonorità del mondo pastorale abruzzese, sul quale è caduto l’oblio dopo il crollo della pastorizia avvenuto nel corso dell’Ottocento. 
Eppure questi pastori analfabeti, pressoché ignorati in Abruzzo, furono in grado di ispirare artisti e musicisti stranieri, come comprovato da una moltitudine di riscontri e documenti. 
 
Presso la sala consiliare del Comune si è tenuta una riflessione sul tema “Zampognari, mito dell’Abruzzo pastorale”, in cui è stato ricordato, nel bicentenario della nascita, il viaggiatore inglese Edward Lear, che in appendice al suo racconto dei suoi viaggi in Abruzzo (1843-44) trascrisse “un’aria che aveva imparato da vari  pastori sulle montagne abruzzesi”. Si tratta probabilmente della prima partitura documentata, che ebbe a trascrivere sulla base della cono-scenze pianistiche (il recente adattamento per zampogna si deve al maestro Antonio Piovano).
 
Le note delle zampogne anche quest’anno hanno riecheggiato per tutta la giornata nel centro storico di Moscufo, a partire dalle dieci di mattina. Alle 17 in piazza si è esibito in piazza il complesso Bandistico di Zampogne Carlo Michitti, diretto dal maestro Antonello Di Matteo, giovane musicista e virtuoso della zampogna, che vanta qualificate collaborazioni con Francesco De Gregori, i Discanto e Ambrogio Sparagno. Con quest’ultimo ha recentemente tenuto un ciclo di concerti in Iraq, suonando nel teatro nazionale di Bagdad (7 novembre 2012)  nell’ambito del progetto umanitario internazionale “Culture, an instrument of peace”,  promosso dal Ministero degli Esteri italiano.  
 
Un giovane di talento, in grado di trasmettere passione e rinnovato interesse per questo antico strumento anche nei confronti di altri giovani. L’intensa giornata musicale è terminata con un concerto di chiusura nella centrale chiesa di San Cristoforo.

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