Compie passi in avanti il progetto “We Love Italian” a San Francisco, focalizzato a promuovere lo studio della lingua italiana nelle scuole di istruzione secondaria della Bay Area.

Lo scorso sabato 12 aprile si è tenuto un evento di grande utilità per gli studenti che affronteranno l’esame Advanced Placement di lingua italiana nel prossimo mese di maggio.

Nella sede dell’Italian American Heritage Foundation di San Jose, si è svolta la prima simulazione d’esame organizzata dall’insegnante Diana Ferrara, la quale e’ parte integrante dell’ Osservatorio di lingua italiana insieme al Direttore Esecutivo Valeria Barbero e Amelia Antonucci, Responsabile alle relazioni esterne.

  Il Coordinatore Educativo Diana Ferrara con un giovane studente di italiano. Photo: Nickolas Marinelli 

  Il Coordinatore Educativo Diana Ferrara con un giovane studente di italiano. Photo: Nickolas Marinelli 

Il Coordinatore Educativo Diana Ferrara ha presentato e introdotto il programma completo al gruppo di ragazzi presenti, preparando l’esame dalle fonti originali ( audio, testi ed immagini) edite dal College Board.

“Il nostro progetto nasce dall’amore per l’Italia, la nostra cultura e soprattutto per la nostra lingua, ecco perché si va configurando sotto il nome di “We Love Italian”, ci ha detto Diana.

“La nuova immigrazione italiana negli Stati Uniti e in particolare in California è ben lontana dall’immagine stereotipata della “valigia di cartone”. I nuovi emigranti sono professionisti, persone di cultura e dagli interessi molteplici. Sono quelli che alcuni chiamano Cervelli in fuga, ma io invece amo definire Menti in Movimento. Sono famiglie che conoscono il valore del bilinguismo e  dello sviluppo di competenze diversificate. Esse chiedono sempre più insistentemente un’educazione “made in Italy”, che purtroppo non viene attualmente offerta, se non in minima scala”.

L’interesse degli Americani per un’educazione al bilinguismo, in particolare nella Bay Area, è sempre in crescita.

  Una studente durante la prova di esame di italiano AP. Photo: Nickolas Marinelli 

  Una studente durante la prova di esame di italiano AP. Photo: Nickolas Marinelli 

“Io stessa come insegnate e mamma riscontro ogni giorno di più questa richiesta dal “basso”, che tuttavia fa fatica a essere ascoltata dall’alto. Perciò abbiamo voluto noi dell’Osservatorio, in collaborazione con Paola Ebranati e con il supporto del Console Battocchi, rispondere a queste pressioni.

Bisognava dare un segnale chiaro e immediato, pertanto abbiamo deciso che salvare l’AP Italian Language and Culture da sicura morte sarebbe stato il nostro primo obiettivo”, ha aggiunto.

E così che appena quattro mesi fa è iniziato un lavoro di networking tra famiglie, istituzioni, scuole e i ragazzi.

“Non è stato un lavoro facile perché la comunità italiana è sparsa in tutta la baia, ma noi credevamo nella nostra missione e così abbiamo deciso di fornire materiali, informazioni, supporto anche via internet a chiunque fosse interessato.

Contemporaneamente un gruppetto di ragazzi ha iniziato a seguire regolarmente (di Sabato pomeriggio!) le mie lezioni. Esse sono mirate ad aiutare gli studenti a sviluppare tecniche e strategie più opportune per affrontare l’esame. Dopo pochi mesi i nostri privatisti, anche nativi americani, sono diventati una ventina, tutti con competenze diverse, ma tutti accomunati dal desiderio di svolgere l’esame”.

L’idea di offrire a tutti i ragazzi una prova per capire realmente come fosse strutturato l’esame, è stata realizzabile grazie all’aiuto di Ken Borrelli, il quale ha offerto la sede dell’IAHF di San Jose per svolgere il test.

“È stato davvero emozionante vedere lavorare insieme una quindicina di ragazzi provenenti dai luoghi più disparati della Bay area, da Oakland, Morgan Hill, Los Gatos, Palo Alto, Pleasanton, Fremont, San Jose. Ragazzi diversi per età e per formazione, ma tutti pronti a mettersi alla prova!

I ragazzi hanno apprezzato molto sia i consigli tecnici forniti in apertura, che la prova così strutturata. Per la prima volta hanno potuto veramente capire cosa li aspetterà tra poco meno di un mese e potranno affrontarla con più serenità. A mio parere ciò offrirà loro maggiori possibilità di successo”.

Conclude infine Diana Ferrara: “Abbiamo toccato con mano, infatti, che la passione è coinvolgente ed è la “lingua” più efficace per parlare ai ragazzi”.

Il progetto di “We Love Italian” non si ferma certo qui.

In futuro, oltre a sostenere i corsi preesistenti con materiale e aggiornamenti didattici, puntando sulla formazione di insegnanti sempre più motivati a questa sfida, si cercherà una maggiore interazione con le scuole della Bay Area per far partire corsi curriculari ed extracurricolari di italiano.

Inoltre, saranno creati corsi accattivanti e stimolanti per tutti i ragazzi che volessero avvicinarsi allo studio dell’Italiano e poi all’AP test come privatisti, creando una formula innovativa di insegnamento flessibile ed integrata tra lezioni in presenza ed assistenza on line per raggiungere quanti più studenti possibile.


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