Processione dei Misteri a Trapani (Ph © Emily Wilson| Dreamstime.com)
L’Italia è il Paese che ha fatto di tradizioni, suggestioni e cultura il suo pane quotidiano. La festività della Pasqua rinnova ancor più, attraverso la celebrazione dei riti religiosi e folkloristici, la magica aurea del momento che segna anche il risveglio della natura rigogliosa.
 
ALTO ADIGE – Pane, uova e fantasia. In Alto Adige sono molti i riti della Settimana Santa per celebrare la Pasqua all’insegna della tradizione. La Domenica delle Palme i bambini precedono l’entrata del Cristo in chiesa, portando rametti di ulivo, di vimini, ramoscelli di sempreverde, mazzolini di erica e di altri fiori primaverili attaccati a lunghe aste. 
 
Il giovedì Santo le uova vengono colorate e decorate secondo tradizione, alle volte seguendo il metodo antico che prevede l’uso della buccia di cipolla. La domenica di Pasqua le uova vengono messe tutte in un cesto insieme a prosciutto e dolci e portate in chiesa. All’uscita dalla messa ci si trova per il tradizionale “Hecken”, “Osterpecken” o “Preisguffen”. I due contendenti prendono in mano il loro uovo sodo e con la parte alta cercano in un solo colpo di spezzare il guscio dell’uovo avversario. L’uovo che rimarrà intatto vincerà e il suo “padrone” si prenderà l’uovo dell’avversario come trofeo.
 
La Pasqua è un momento per stare insieme, per riunire tutta la famiglia, e mentre gli adulti chiacchierano a tavola, i bambini si cimentano nella ricerca delle uova, di dolci e altri regali nascosti in giardino dal “coniglietto di Pasqua”. Sempre la domenica di Pasqua, i bambini ricevono un dono dai loro padrini e dalle loro madrine del battesimo. Oltre al dono, ricevono un Fochaz, pane dolce a forma di gallina o coniglietto. Si può fare in casa o comprare nei tanti panifici che lo vendono durante il periodo pasquale.
 
 Nel corso della Settimana Santa è un susseguirsi di rappresentazioni e processioni che hanno come intento quello della rievocazione e commemorazione della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. 
I cortei che si snodano per le vie delle città sono formati dalle confraternite delle arti e dei mestieri nei loro caratteristici antichi costumi, seguite dal clero con i paramenti quaresimali, nonché da simulacri di Gesù morto, della Madre in dolore e dagli altri personaggi che contornano la Passione di Cristo. Ma più spesso queste rappresentazioni sono impersonate dai fedeli che raffigurano con grande pathos i tristi momenti del Calvario di Gesù. La presenza attiva della gente è sentita a tal punto che, a livello emotivo, i sentimenti del dolore per la Morte prima e poi della gioia per la Resurrezione del Redentore, appaiono autentici per la teatralità che assumono nei vari passaggi del ciclo pasquale. 
Forte è la simbologia che connota e caratterizza la Settimana Santa sia a livello decorativo degli scenari per la presenza di elementi ormai rituali quali il grano, il pane, il colore viola dei paramenti, i fiori ed altro sia anche a livello metaforico in quanto si vuole che la Pasqua, che cade sempre in Primavera, rappresenti il risveglio della Natura dopo il letargo invernale, e quindi la rinascita della Vita ed il trionfo del Bene sul Male. 
 
LAZIO – Il Venerdì Santo, per le strade della cittadina di Sezze, torna l’ormai famosa rappresentazione della Passione di Cristo. La processione, a metà tra il folklore e lo spettacolo, si snoderà per le vie del paese, rinnovando un’antica tradizione che risale al 1933. Studenti, operai, professionisti, annualmente si preparano per far vivere la suggestione legata alle ultime ore di vita di Gesù attraverso particolari scene chiamati quadri, in cui circa 700 attori e figuranti in costume, tutti di Sezze recitano lungo il perimetro del centro Storico, davanti a circa 50.000 spettatori. 
Lunedì di Pasquetta, a metà mattinata, sul monte Asprano, si snoderanno le processioni di Castrocielo e Colle San Magno, località del frusinate, che si incontreranno sino a “darsi” il tradizionale “bacio” pasquale, intrecciandosi l’una nell’altra. La cerimonia inizierà di buon mattino, quando avverrà “Il Bacio delle Madonne”, in previsione del lungo percorso montano che compiranno i portatori della statua della Madonna, ma soprattutto a causa del “primato” che Castrocielo vuole conservare sul paese di Colle S. Magno, avente anch’esso un’analoga tradizione processionale. 
Castrocielo ha il “diritto di precedenza” della processione e nella celebrazione delle sacre funzioni nella Chiesa Madre, sul monte Asprano che non vuole “perdere”, cosa che avverrebbe se la processione di Colle S. Magno arrivasse per prima. Dopo essere scesi dalla montagna, si passerà dal rito sacro a quello profano della “colazione”: ci si potrà ristorare presso il laghetto di Capo d’Acqua con ciambelloni, detti “pigne”, deliziandosi con ciambelle ricche di uova sode, salami, vino.
 
SICILIA – La Pasqua in Sicilia è la ricorrenza che fin dai tempi più antichi e più di ogni altra, ha suscitato in tutto il territorio dell’isola, un’intensa partecipazione popolare. Il Mistero Pasquale viene rievocato nei più piccoli centri di tutta la Sicilia per la voglia di non mancare alle tradizioni, ma soprattutto per dare espressione ai propri, autentici sentimenti religiosi. Ma in alcune località le celebrazioni assumono una spettacolarità particolare tale da creare un’atmosfera di lutto e di dolore da cui è impossibile sottrarsi. 
 
A Trapani famosa è la processione dei Misteri del Venerdì Santo nel corso della quale vengono portate a spalla pesantissime Statue di legno, i “misteri”, la cui fattura risale a vari secoli scorsi, che rappresentano le varie scene della passione di Cristo. Stessa ritualità si svolge a Caltanissetta con la processione dei Misteri del Giovedì Santo, nel corso della quale attraversano le vie della città sedici Statue raffiguranti le varie stazioni della Via Crucis. E ad Enna dove il Venerdì Santo si muove una processione cui partecipano le Congregazioni, antiche corporazioni delle arti e dei mestieri riconosciute fin dai tempi dei sovrani spagnoli, i cui circa duemila confratelli, incappucciati nei costumi propri delle singole confraternite, sfilano portando su vassoi i 25 simboli del Martirio di Gesù. Seguono poi, nel silenzio più assoluto, le “vare” del Cristo Morto e dell’Addolorata. 
 
Poi Adrano, dove si svolge la “Diavolata” sacra rappresentazione d’origine medioevale, e ancora Taormina, Milazzo, Erice, Modica ove si svolge una Via Crucis vivente, a Mineo con la sfilata dei “nudi”, Militello con la processione notturna del giovedì Santo al monte Calvario e la via Crucis vivente del giorno successivo. Tutte le città della Sicilia interpretano la ricorrenza pasquale secondo gli antichi usi e le profonde tradizioni del luogo. Elemento comune a tutte è la sentita partecipazione delle comunità e la rievocazione da parte delle stesse con sentimenti di mestizia propri del lutto per la Morte del Cristo e di gioia per la successiva Resurrezione.
 
Anche sul piano gastronomico la Pasqua viene commemorata con una serie di preparazioni rievocative della ricorrenza: in primo piano l’agnello che viene cucinato secondo le tradizioni cittadine e poi le pecorelle di pastareale così come di pasta reale sono i frutti coloratissimi che le contornano. Ed ancora le “cuddure o aceddi cu l’ova” una sorta di grande biscotto, a volte a forma di uccello, in cui sono incastonate una o più uova. Ed infine la cassata tipico e rinomato dolce siciliano ormai noto in tutto il mondo che trae origine dalla ricorrenza pasquale.

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