Il Milan ha perso contro la Juventus per 3-1. Nonostante il risultato all’apparenza severo, la notte dello ‘Stadium’ non è stata un’altra serata drammatica per Inzaghi. La Juventus, squadra di un’altra categoria rispetto a quasi tutta la Serie A, non ha dominato, ma è stata bravissima a sfruttare tutti gli episodi, godendo anche di qualche decisione arbitrale molto contestata (feroci le polemiche a proposito dell’azione che ha portato al primo gol bianconero). 
 
Il Milan, dal canto suo, ha giocato una gara vitale e propositiva, come non gli riusciva da settimane. I rossoneri hanno tenuto bene il campo, mostrando una determinazione che sembrava smarrita e mettendo in luce alcune interessanti individualità (Antonelli su tutti). Per certo, con un approccio simile a quello visto a Torino, gli uomini di Inzaghi non avrebbero perso malamente con Sassuolo, Atalanta e Lazio (in Coppa Italia). 
 
Ora è il momento della verità: la squadra ha mostrato di non aver mollato e di seguire ancora l’allenatore; la società ha operato con bravura sul mercato, accontentando, per sua stessa ammissione, Inzaghi e acquistando giocatori importanti (per la Serie A): Destro è un vero uomo-gol, Paletta e Cerci sono nel giro della Nazionale e sono calciatori esperti e affidabili, Bocchetti è un difensore versatile, Antonelli uno dei migliori terzini sinistri d’Italia. Esclusa la Juventus, questo organico se la può giocare con chiunque, in Serie A.
 
Forse manca ancora un centrocampista di grande qualità, ma un 4-2-3-1 così strutturato D. Lopez; Abate, Alex (Rami), Paletta (Rami), Antonelli; de Jong, Montolivo; Cerci (Honda), Menez, Bonaventura; Destro, in A può decisamente fare bene. 
 
Adesso tocca ad Inzaghi: l’allenatore deve dare continuità e certezze di gioco alla squadra e, dopo aver ripulito Milanello dalle ‘teste calde’, deve trovare dei leader (forse questo è il compito più improbo). In questi mesi, il tecnico rossonero si giocherà buona parte del proprio futuro, ma lo stesso Milan determinerà molto degli anni a venire.
 
Acclarato che per tutto il calcio italiano i tempi dei grandi investimenti sono finiti, bisogna lavorare perseguendo un progetto chiaro, che porti alla vittoria tramite il gioco.
 
Il Milan, con questa infornata di giocatori (italiani e adatti alle esigenze di Inzaghi) ha dato un buon segnale, confermato dalla stuzzicante presentazione del progetto per il nuovo stadio di proprietà. Ora è il momento della verità. Sul campo, prima di tutto. 

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