“La Divina Commedia è un miracolo. Non è l’apice della letteratura italiana, ma l’apice di tutte le letterature, è un’opera la cui bellezza mozza il fiato, scritta in una lingua che pur avendo oltre 700 anni si comprende ancora”. Roberto Benigni, premio Oscar per La vita è bella, cultore appassionato della Divina Commedia che conosce a memoria e declama con tanto di spiegazione alla nostra portata, ovvero con similitudini e paragoni aggiornati ai tempi e alla cultura d’oggi, la celebra nel miglior modo possibile: recitandola.
 
Il canto più bello, a giudizio dell’attore e regista, è l’ultimo del Paradiso perchè in esso c’è “la perfezione dell’alveare, è proprio un diamante, un dono incredibile davanti al quale si rimane come sospesi”. Il 33° e ultimo canto del Paradiso, ultimo atto della trilogia dantesca e dell’opera più importante della letteratura italiana, lo ha proclamato a memoria, nell’ammirazione generale, di fronte al Senato e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la celebrazione nell’Aula di Palazzo Madama del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri. 
 
L’iniziativa, che ha avviato le manifestazioni nazionali previste per la ricorrenza, ha visto la partecipazione del maestro e premio Oscar Nicola Piovani al pianoforte, Rossano Baldini alle tastiere e la soprano Rosa Feola che hanno eseguito, per la prima volta, il Canto dalla ‘Vita nuova’, composizione originale di Piovani per l’anniversario della nascita di Dante, realizzata in collaborazione con il Ravenna Festival ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto.
 
Per l’occasione nella Sala Garibaldi di Palazzo Madama sono stati esposti importanti documenti sull’opera di Dante, con moderne edizioni di opere e preziose riproduzioni in facsimile di antichi codici miniati.
“Dante è profeta di speranza” e della sua opera è utile far tesoro come “della sua esperienza per attraversare le tante selve oscure ancora disseminate nella nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia per giungere alla meta sognata e desiderata da ogni uomo: ‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’”. Anche Papa Francesco, come avevano già fatto il predecessore Benedetto XVI e ancor prima Paolo VI, scrivendo al cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, è intervenuto per i 750 anni della nascita del sommo poeta, la cui Commedia,  ha detto il Pontefice, è “paradigma di ogni autentico viaggio” dell’umanità.
 
L’opera e il pensiero di Dante Alighieri ci servono “per ribadire la volontà di riscatto morale attraverso la cultura” dell’Italia ha detto invece il presidente del Senato Pietro Grasso. “L’attualità di Dante risulta sempre viva in ogni settore della cultura, della scuola, ma anche fuori dagli ambienti accademici, prova ne sia la moltiplicazione e la grande affluenza di pubblico all’antica consuetudine delle Lecturae Dantis diffuse in ogni parte d’Italia e all’estero: contributo prezioso – ha detto Grasso – alla circolazione del messaggio poetico dantesco, stimolo alla lettura e alla riscoperta soprattutto della Divina Commedia”, una poesia che “vive da settecento anni nell’ammirazione e nell’amore dei lettori in tutto il mondo”.
 
Per i prossimi sei anni, fino al 700° anniversario della morte, che cadrà nel 2021, la figura e l’opera del poeta fiorentino saranno un appuntamento culturale frequente. “L’auspicio è che queste ricorrenze siano anche l’occasione per riscoprire e attualizzare il Poeta e la sua poesia, simbolo imprescindibile della identità culturale dell’Italia e degli italiani” ha detto il presidente del Senato Grasso.

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