Il 2 febbraio è stata celebrata la Candelora, una festività cristiana ricordata quasi sempre in tono minore rispetto ad altre più solennemente commemorate. Eppure celebrazioni simili alla Candelora si riscontrano già in alcune tradizioni precristiane e si pensa che la data abbia sostituito riti preesistenti. Tra i Romani la Dea Februa (Giunone), da cui Febbraio, era celebrata alle calende (il primo giorno del mese era così chiamato) del secondo mese dell’anno da cui deriva il nome di calendario per indicare la sequenza dei mesi, delle settimane e dei giorni. Ma quanti di noi conoscono il vero significato della Candelora, cosa celebra, a quali tradizioni oltre che riti è legata? 
 
La Chiesa Cattolica ricorda la presentazione al Tempio di Gerusalemme di Gesù che, come tutti i primogeniti maschi, era sottoposto alla legge giudaica. Da cosa deriva, allora il nome di Candelora? Simeone, tenendo in braccio il Bambino Gesù, pronunciò queste parole: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2,29). Cristo, dunque, illumina, è luce e le candele ne sono il simbolo. 
 
Ma questa festa ha anche un altro significato, è detta della purificazione di Maria. Secondo la tradizione ebraica, “Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà immonda come nel tempo delle sue regole (mestruazioni). L’ottavo giorno si circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatré giorni a purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua purificazione” (Levitico 12,2-4).
 
Non è tuttavia molto lontano il tempo in cui la donna nel periodo mestruale era considerata “impura”, tant’è che se avesse toccato le foglie delle piante, esse sarebbero irrimediabilmente morte!
La Candelora, dunque, cade quaranta giorni dopo il Natale, il 2 febbraio appunto. In Oriente, invece, poiché il Natale si festeggiava il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio, fino alla fine del IV secolo si festeggiava il 14 febbraio.
 
Fu Giustiniano nel 542 che la fissò al 2 febbraio col nome di Ύπαπαντή, “incontro”, per ricordare quello con Simeone al Tempio. La celebrazione prevedeva una processione penitenziale (ancora oggi i paramenti della funzione religiosa sono di colore viola) notturna con candele accese e questo fu, secondo la tradizione, introdotto da Papa Gelasio per sopprimere la fiaccolata pagana dei Lupercali (in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi) che si svolgeva il 15 febbraio.
 
Nella tradizione popolare la Candelora è la festa dei ceri che, una volta fatti benedire, si conservano in casa per essere accesi contro i fulmini, la grandine, le malattie degli animali, per accompagnare la veglia dei morti o dare assistenza agli ammalati. Vero toccasana era fare cadere alcune gocce di cera sciolta sui loro corpi. Ancora oggi in alcune regioni italiane le candele benedette, si pensa, debbano tenere lontani gli influssi maligni mentre in alcuni paesi, posti in riva al mare, servano a fare ritrovare i morti annegati. Anche alcuni ramoscelli di nocciolo selvatico possono essere taumaturgici, a memoria del gesto compiuto dalla Madonna quando si recò al Tempio per presentare Gesù.
 
Poiché si celebra il 2 febbraio può essere considerata una sorta di porta di passaggio tra l’inverno e la primavera segnalata anche dalla luce, visto che le giornate si allungano e le ore di buio sono sempre minori.
Segna inoltre il periodo propizio alla fertilità poiché transitando dal periodo oscuro dell’inverno, si avvicina a quello della luce della primavera. Muore l’inverno e rinasce la primavera, la natura si sveglia dal letargo invernale anticipando il tempo dell’amore. Non a caso, nella Valle dei Templi ad Agrigento, in febbraio si celebra la festa del mandorlo in fiore.
 
Tra il vecchio e il nuovo, tra il freddo e il tepore, arriva anche il Carnevale, festa della confusione, della sregolatezza, del lasciarsi andare, dell’allegria. In Sicilia sono numerosi i paesi che lo celebrano con grandi sfilate in maschera e carri allegorici.
A Serro, frazione di Villafranca Tirrena, in provincia di Messina, invece, il 2 febbraio si festeggia la protettrice, Maria Santissima della Candelora. Le candele vengono benedette durante la celebrazione della Messa per essere accese nelle case dei fedeli nei momenti di bisogno. Questa tradizione, come molte altre, resiste nel tempo, ancorata a sentimenti di pura fede. 
 
“Alla Candelora dell’inverno semo fora ma, se piove o tira vento, dell’inverno semo dentro”. Così recita uno dei proverbi dedicati a questo giorno dell’anno in cui la saggezza popolare non si sbilancia, sottolineando come si apra una stagione di passaggio in cui può succedere che domani ci sia il sole ma può anche accadere che ancora piova o la stagione fredda non sia passata. Sarà bene controllare l’orizzonte all’imbrunire perché “Rosso di sera bel tempo si spera”.

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