La piazza principale di Popoli (Ph Claudio Giovanni Colombo-Dreamstime.com)

Il suo ultimo romanzo autobiografico è Volver in cui racconta le emozioni e i ricordi che le hanno suscitato il ritorno in Italia dopo 60 anni da emigrata: uno sguardo adulto alla sua terra di bambina. Anna Cafarelli, da poco scomparsa, racconta con la sua vita, prima ancora che con i romanzi, la storia di tanti connazionali che da giovanissimi hanno lasciato l’Italia per trascorrere una vita oltreoceano.

Caffarelli nasce nel 1939 a Popoli, il paese abuzzese in cui visse fino all’età di 15 anni e di cui ricorda gli eventi dolorosi: la paura, la guerra, la fame, i lutti, la violenza ma anche gli affetti e i colori dei fiori nei campi, i fiumi e i ruscelli di colore verde smeraldo che lasciavano vedere il fondo in trasparenza.

Parte poi per l’Argentina con la madre e due sorelle per raggiungere il padre che, dopo cinque anni, le “richiamò” come si soleva dire. Quando Anna sbarcò, dopo un lungo viaggio in nave, lì  era estate e faceva un caldo umido insopportabile per lei che nel suo paese natale aveva lasciato la neve. Ricorda a tal proposito, nel suo primo libro, che sul ponte, mentre guardava se  c’era sulla banchina suo padre, l’aria era così soffocante che disse alla mamma: “Voglio tornare in Italia”.

Il primo periodo vissuto in Argentina fu molto difficile perché vivevano in cinque  lei,  la sorella Maria di  dodici anni e la sorellina Paola di sei, in un edificio in costruzione con due camere senza  pavimento e quando pioveva dovevano spostare il letto da un posto all’altro a causa delle perdite che scendevano dal soffitto.  Anna, la figlia più grande, dovette cominciare a lavorare per aiutare la famiglia prima in una fabbrica di giocattoli e poi da una signora che cuciva camicie per uomini che  le insegnò il mestiere in pochi mesi, mentre la più piccola iniziò la scuola.

In Argentina si sposa a 18 anni e mette al mondo tre figli si occupa di loro con amore e dedizione e la sua famiglia diviene il suo tesoro più grande. Compie i suoi studi fino al livello universitario  dopo la nascita dei figli seguendo sempre la sua vocazione primaria: la scrittura e la poesia.

“Fuoco nella memoria” è l’opera prima che esce nel 2001. E’ stata tradotta in italiano da Elena Bergamini che è riuscita a trasmettere le terribili sofferenze della scrittrice con  efficacia interpretativa e partecipazione emotiva. Per questa opera, Anna Cafarelli è stata premiata come messaggera della pace ed esempio di forza interiore, sopravvivenza e meraviglia per la vita e  a  Chilecito nel 2005, ha ricevuto l’ambito riconoscimento di: “Eredità lasciata all’umanità”.

Nel  2007  l’autrice  pubblica  il suo secondo libro “Segreti dell’anima”  che è il seguito  del “Fuoco alla memoria” in cui rivela il terribile segreto mai scordato: la sua violazione. In esso  descrive le forti immagini rimaste scolpite nella sua anima.  Il suo terzo libro  “Una canzone per Lucia” esce ad aprile del 2015 ed  è un omaggio che Anna fa a sua madre, donna dal volto sorridente e tenero  che nasconde nel cuore la coltre pesante di un passato contrassegnato dalla violenza delle due guerre e dalle atroci sofferenze patite.  Di questa sua ultima opera,  dice Anna: “E’ un grido di pace, un no alla guerra e al dolore, con l’auspicio che il mondo vada verso l’Amore”. 

Dopo circa 60 anni Anna è tornata in Italia il 10 luglio 2015, per rivedere il suo amato paese e presentare i suoi libri, ricevendo il Premio Guerriero di Capestrano.


Receive more stories like this in your inbox